Carlo Donat-Cattin ministro del centro-sinistra (1963-1978)
prefazione di Giovanni Zanetti
anno di pubblicazione 2021
cartaceo 168 pp |
9788867892341 | 14,00 € | |||
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9788867892358 | 4,99 € |
In quattro densi capitoli un valente giovane storico ripercorre un tratto importante della storia dell’Italia repubblicana. Lo fa attraverso l’attività di governo di un politico democristiano, Carlo Donat-Cattin che, tra il dicembre del 1963 e il dicembre del 1978, ricoprì importanti ruoli esecutivi: prima la carica di sottosegretario alle Partecipazioni statali poi quella, più nota, di ministro del Lavoro, quindi quella di ministro del Mezzogiorno per approdare, infine, al ministero dell’Industria.
Sono gli anni in cui nasce, si afferma e declina nel suo afflato riformatore il centro-sinistra in Italia, nei quali si fanno strada istanze e forze sociali fino ad allora tenute ai margini. È anche il periodo in cui la spirale della violenza politica sembra non arrestarsi mai, e il Paese è costretto ad affrontare lo shock petrolifero e le sue gravi conseguenze economiche.
In questo contesto, denso di avvenimenti e di cambiamenti epocali, si trova ad operare e a vivere una lunga e pressoché continuativa esperienza di governo il leader della sinistra sociale democristiana. E, anche se il «Donat-Cattin politico» è volutamente separato dal «Donat-Cattin ministro», paradossalmente, è proprio la politica, la buona politica, ad affermare il suo primato sull’economia. Il che non significa mai scarsa attenzione ai numeri. Carlo Donat-Cattin fu fermamente convinto che è compito primario della politica «governare lo sviluppo» (capitolo primo), «governare il conflitto» (capitolo secondo), così come considerare il Mezzogiorno una «questione nazionale» (capitolo terzo). E che è compito fondamentale della politica «affrontare la crisi» (capitolo quarto). Quella drammatica crisi che segnò la fine dell’«età dell’oro» dell’economia dell’Occidente capitalistico.
Anni duri e difficili quelli al dicastero dell’Industria per il ministro che aveva compiuto il miracolo dello Statuto dei lavoratori e aveva gestito con successo la più complessa e difficile vicenda contrattuale del dopoguerra. Anche quando il progetto della programmazione economica, cui aveva contribuito e in cui aveva creduto, era stato abbandonato, Donat-Cattin cercò – circondandosi di uno staff di prim’ordine – di delineare un progetto compiuto e innovativo di politica industriale.
Di un tale progetto riformatore, dei suoi successi come dei suoi fallimenti dà conto efficacemente il saggio di Marcello Reggiani.
La molteplicità delle fonti consultate – alcune finora mai esaminate – e uno scavo accurato nelle carte di Carlo Donat-Cattin, conservate presso la Fondazione omonima, hanno consentito all’autore di cogliere la complessità e la ricchezza di visione di un uomo politico che, con instancabile tenacia e grande coraggio, si confrontò con le sfide di un paese in trasformazione e in crisi nell’intento di sanarne squilibri e contraddizioni, per renderlo più dinamico e moderno.
Prefazione
Giovanni Zanetti
Introduzione
1. Governare lo sviluppo (1963-1968)
2. Governare il conflitto (1969-1972)
3. Il Mezzogiorno come questione nazionale (1973-1974)
4. Affrontare la crisi (1974-1978)
Conclusione