Antologia di scritti politico-istituzionali
cartaceo 112 pp |
9788876615290 | 5,50 € |
Carlo Cattaneo
Nato a Milano nel 1801 dovette entrare in seminario non essendo la famiglia in grado di sostenere i costi di una normale frequenza scolastica. A diciassette anni ne poté uscire e frequentare il liceo pubblico, ma in seguito dovette rinunciare a seguire i corsi della Facoltà di giurisprudenza all’Università di Pavia. Conseguita nel ’24 la laurea a Pavia ottenne un incarico alla scuola ginnasiale di Santa Marta a Milano, dove si dedicò all’insegnamento per quindici anni.
Tutta la sua formazione era maturata sotto l’impronta delle idee illuministe e razionaliste e sin dal 1822 aveva avviato la collaborazione a giornali e riviste su temi storici, economici, scientifici, tecnologici, letterari («in ogni campo insigne», scriverà Luigi Einaudi). Nel ’39 diede vita a «Il Politecnico», la rivista che aveva per sottotitolo «Repertorio di studi applicati alla prosperità e coltura sociale» ed era rivolta a modificare gli arcaici assetti economici e sociali dell'Italia dell’Ottocento, a stimolare la vitalità creativa che contraddistingue una società aperta e dinamica. Intensa sempre la collaborazione ad altri periodici, specie alla «Rivista europea» di Carlo Tenca. Quando il 17 marzo del ’48 giunse a Milano la notizia dello scoppio dell’insurrezione a Vienna, Cattaneo redasse di getto un programma federalista e repubblicano. Il giorno dopo l’insurrezione esplose nel capoluogo lombardo e Cattaneo divenne il naturale leader del Consiglio di guerra a sostegno della rivoluzione di popolo.
Dopo il ritorno degli Austriaci Cattaneo riparò a Lugano, quindi si recò a Parigi, dove pubblicò L’insurrection de Milan en 1848 per fornire una versione «dalla parte degli insorti» di quegli eventi. Tornato a Lugano riordinò lo scritto e nel ’49 uscì Dell’insurrezione di Milano nel 1848 e della successiva guerra; quindi, tra il 1850 e il 1855, i tre volumi, ricomposti e ampliati, dell’Archivio triennale delle cose d’Italia dall’avvenimento di Pio IX all’abbandono di Venezia.
Tra gli scritti degli anni successivi di particolare interesse quelli su La città considerata come principio ideale delle istorie italiane (1858) e Contro l’ordinamento del Regno (1860), critica ragionata degli anacronismi e delle insufficienze del centralismo politico e burocratico. Nella primavera del ’67 fu colpito da scompensi cardiaci e si spense il 6 febbraio 1869.
Emilio R. Papa, ordinario di Storia contemporanea presso l’Università di Bergamo, è autore di numerose opere di storia del movimento operaio e della cultura politica dell’Otto-Novecento. Tra le sue opere sul federalismo: Storia della Svizzera. Dall’antichità ad oggi. Il mito del federalismo, Milano 1993; Discorso sul federalismo, Milano 1995; Rileggendo Carlo Rosselli, Milano 2000.